Klagenfurt 15/07/2008 di Fabio Giordano

Forse non tutti sanno che il triathlon nasce nel 1977 come scommessa fra tre amici per misurare quale sia lo sport pi difficile in termini di resistenza tra il nuoto, il ciclismo e la corsa, su una distanza di 3,8 km (nuoto) + 180 km (bici) + 42,195 km (corsa). Per approfondire l’argomento vi rimando al sito della [Federazione Italiana->http://www.fitri.it/fitri.php?op=storia]. Ai giorni nostri posso dirvi che ho deciso di fare triathlon perch頭i attirava l’idea di fare tanta fatica per poi sentirsi un Ironman. Sentirsi Ironman vuol dire raggiungere con il tempo e la fatica un equilibrio fisico e mentale per essere in grado di scegliere di sopportare con continuitࠬa fatica fisica, con qualunque parte del corpo, e mentale per riuscire a percorrere quella famosa distanza 3,8+180+maratona. Allora cominciai che quasi non sapevo nuotare 5 vasche di fila, avevo appena cominciato a correre 2 volte alla settimana 5 km, mai di pi e la bici da corsa non l’avevo, anche se andavo in MTB regolarmente e con piacere da qualche anno. Ricordo che dissi a Vason: ;Guarda che io comincio perch頶oglio arrivare a fare l’Ironman. e lui mi rispose: ;Sta bon, che ghe ne ze passa tanti come ti! Intanto comincia a fare qualche triathlon sprint.;, e io gli risposi: ;Si hai ragione, ma io il primo anno far��tti gli sprint, il secondo tutti gli olimpici, il terzo tutti i lunghi e il quarto l’Ironman.;. E cos젦eci il primo anno 9 triathlon sprint e 4 duathlon sprint, il secondo anno 3 triathlon sprint, 1 duathlon sprint, 5 triathlon olimpici, 3 duathlon classico, il terzo anno 3 triathlon sprint, 1 duathlon sprint, 2 triathlon olimpici, 2 duathlon classico, 2 doppi olimpici (  tato abolito il lungo ed inserito la nuova distanza del doppio olimpico dalla Federazione Italiana Triathlon), e nel 2008 quarto anno siamo arrivati all’Ironman Klagenfurt, dopo 8 mesi di allenamento specifico, ma con grande soddisfazione, senza aver abbandonato tutte le altre distanze (il resoconto lo far��fine stagione). Nel frattempo son cambiate molte abitudini, si   idotto il tempo dedicato allo svago e alla ;bella vita&;, si son modificate le abitudini alimentari, si 蠭odificato il corpo. Certo ci si sente diversi, ma ci si vede anche diversi fisicamente. Acquisisci fiducia nelle tue capacitࠦisiche, esperienza mentale, preparazione alimentare. Abbandoni almeno 2 taglie di giro vita, ti dicono sei dimagrito, e tu gli rispondi no sei tu che sei grasso, e intanto passano gli anni e il corpo si ripulisce. L’Ironman, per chi non sar࠵na ;meteora;, prima o poi arriverࠬa voglia di farlo, perch頩l triathlon comincia qui! Sveglia alle 3.50 a.m., colazione alle 4.00 a.m., vai in zona cambio alle 5.00 a.m., preparata con il supporto dell’organizzazione il giorno precedente la gara, ricontrolli le tue sacche bike e run per i cambi e memorizzi la loro collocazione in mezzo alle altre, scopri la bici dal telo messo per l’umiditଠe gonfi le gomme perch頬a differenza di temperatura rispetto il giorno prima le rende meno dure. Ore 6.15 a.m. indossi la muta guardando le facce degli altri, nessuno ride, tutti ripercorrono nella memoria le transizioni tra le 2800 sacche e bici. Alle 6.30 a.m. Consegni la sacca con gli indumenti che t’indosserai alla fine della giornata. Ore 6.45 a.m. la musica   d alto volume, ci son un sacco di supporter (o sopporter?), passi il gate della spunta, tutti in piedi sulla spiaggia ad aspettare le 7.00 a.m., musica… deejay… clap your hand in the air… colpo di cannone si parte tutti insieme. Siamo tante teste bianche con muta nera, ma in mezzo ci son anch’io e i miei compagni di avventura, Sara, Guido, Nonno Vason, Virna, Carlo, Daniela, Agostino. Nuoti a tutta perch頳e ti fermi vieni travolto. Fantastico percorrere il canale, gli ultimi 800 metri, larghezza 4-6 metri, con affianco due argini bassi pieni di persone che tifano. Esci dall’acqua a tutta percorri i 50 metri che ti separano dalla tenda cambio, sfili la muta dalle braccia, recuperi la sacca bike 908, nella tenda c’  anta gente, acqua per terra, non importa ti siedi a terra, sfili le gambe pieghi la muta, senti un ;Ciao Fabio;, rispondi un ;Ciao Sara;, e ti accorgi che sta gi࠰artendo, rovesci la sacca, indossi pantaloncini e maglia per ciclismo, casco e occhiali, metti muta occhialini e cuffia nella sacca ti alzi esci dalla tenda getti la sacca nell’area dedicata, scappi a piedi scalzi verso le bici, percorri scalzo a tutta circa 100 metri con i calzini in mano, meglio indossarli all’asciutto, prendi la bici 908 e scappi con altri fuori dalla zona, sali in bici, percorri la stradina del parco, calzi le scarpette in corsa e saluti i sopporter. Via per il primo giro da 90 km. Hai fatto di tutto per non bagnarti nel cambio, ma comincia a piovere e prendi una prima dose di acqua. Sali scendi facili, ristori ben organizzati, salite impegnative, ma anche discese veloci, bel percorso, bella gente lungo le strade abitate, decido di salutare tutti i gruppi pi sparsi, con i loro grill e gazebo imbanditi di birre e cibo, dai il cinque ai bambini ai 38 km/h che son l’ha solo per quello, passo la Sara e la saluto. C’era un ragazzo con ombrellone, radiolina sul ciglio della strada, seduto su una sedia con birra e sigaretta che sembra Luca, e c’era anche al secondo giro! In cima al mitico Sant’Egidio, musica battente discoteca, si sente anche da sotto, sali tutto agile leggendo le scritte del tifo sulla strada. Che meraviglia, deejay e sopporter ti danno la carica e riparti a tutta! Arrivi al giro di boa a tutta in un bellissimo rettilineo foltissimo di persone che ti guardano e tifano, freni, quasi fermo ti giri in mezzo alla strada e riparti a tutta schivando il pubblico, raggiungi i sopporter visti poco prima e gli getti un po’ di ristoro anche a loro: borracce, acqua, gel. Al secondo giro ti accorgi che sei giࠡ 165 km, ma arriva qualcuno che ti chiama per nome, Nonno Vason che ti ha raggiunto, ne mancano solo 15 km, ma comincia a fare vento, tuoni e lampi, e comincia a piovere. Finisci insieme scherzando al rientro nel parco, arrivi in zona parcheggi la bici seguendo le indicazione de personale che ti assiste, corri verso il tendono, le gambe girano bene nonostante la forte pioggia, e i sopporter ti vedono di corsa verso il tendone. Recuperi la sacca run, entri nella tenda ti levi casco, occhiali, maglia e calzini zuppi. Rovesci la sacca, decidi di non andare via con altre maglie e k-way, basta il top, ma indossi calzini asciutti, scarpe asciutte, e berretto. Porti con te un bracciale con cerotti per eventuali vesciche; per fortuna hai pensato di portare un gel riscaldante, butti la sacca nell’area dedicata, ti spalmi il gel su gambe, spalle e braccia, e via nella pioggia. Esci dalla tenda, l’impatto con l’acqua grondante dal cielo si fa sentire, fa fresco, ma corri bene e le gambe girano. Pensi alle 4 ripetute da 10 km + 2,195 km di scarico e corri verso il primo giro di boa, il tifo   orte nonostante la pioggia battente, chissࠤove   inito Nonno Vason. Ti accorgi che   젥 continui a correre, ritmo sostenuto ma non troppo. Smette di piovere fai la prima ripetuta a 5 min/km, parti per la seconda verso Klagenfurt. I sopporter ti seguono, i ristori sono molto forniti e decidi di portare con te un paio di gel da regalare ai sopporter. Consumi molte energie ti scappa la pip쬠meglio bere sali, coca e gel per alimentarsi il pi possibile, ma meglio non prendere solo acqua. Arrivi al 12 km e non ce la fai pi, devi fermarti a pisciare, lo fai al 13 km. Riparti, ma il Nonno no c’  i. Tutto spettacolare, la gente, il centro della cittࠤove si fa il giro di boa, bellissimo finisci mezza maratona in circa 105 minuti. Il Nonno ricompare dai cessi, gli fai una battuta, riprendi la strada con lui verso la terza, ma ti stringe troppo la scarpa sinistra, piedi zuppi comincia a fare caldo esce il sole e i piedi stanno stretti, che fai? Giro di boa al 26 km, ti fermi, molli il doppino e riparti, ma non riesci pi a correre bene, il Nonno si   llontanato, finisci la terza ripetuta, chiedi alla moglie di Adriano dov’  ui, ti risponde che   ietro sorridendo, penso bene, perch頥ra il suo timore la maratona dopo 180 km di bici. Insisto meglio che posso anche se il ritmo della terza ripetuta   n po’ calato 6min/km. Le ginocchia son un po’ doloranti, anche le caviglie, ma riprendo a correre verso Klagenfurt, vedo tanta gente camminare, ma non mollo. Accelero. Vedo Sara, vedo Agostino, vedo Carlo, e al giro del drago in centro 35 km vedo il Nonno Vason, lo inseguo anche se   anto avanti. Arrivo al 41 km e decido di mollare un po’. Voglio rivedere per l’ultima volta la zona cambio, il parco bici, la gente intorno al parco si fa pi fitta, ultimi 500 metri un delirio di persone, rallento ancora per guardare le loro facce e riprendere a sorridere senza smorfie, ma   ifficile. Il cinque ai bambini, giro l’angolo e mi guardo ormai corricchiando le tribune all’arrivo, tolgo il berretto, saluto con le braccia al cielo, vedo Testa, gli regalo l’ultimo gel, e vado a farmi fare la foto di finisher. Fermo il cronometro a 10 ore 50 minuti. Finalmente ho la mia medaglia di Ironman. Le gambe girano vado da solo al Dome (tendone ristoro), trovo Vason ci salutiamo e andiamo a bere qualcosa, credo Radler. Che soddisfazione.