“IL SILENZIO NON E’ SILENZIO, MA UN LIMITE DELL’UDITO” Jane Hirshfield

“IL SILENZIO  NON E’ SILENZIO, MA UN LIMITE DELL’UDITO” Jane Hirshfield

Il silenzio. Sembra impossibile, ma quando lo cerchiamo non riusciamo a trovarlo, quando invece desideriamo compagnia, suoni, rumori, è solo lui il nostro compagno. Ogni giorno ognuno di noi dovrebbe ritagliarsi un momento per se stesso, per ascoltarsi, invece veniamo sommersi dal caos esterno e siamo costretti a starlo a sentire, o forse preferiamo farlo piuttosto che addentrarci nel proprio io. Mettiamo a dura prova il nostro corpo, cerchiamo stimoli nuovi , sfide sempre più svariate, portandolo al limite, anche se è difficile stabilirlo. Perché la mente non ne ha. I nostri limiti iniziano ad esistere quando dentro di noi si fa viva la paura. Paura di affrontare nuove sfide, nuove gare, paura di fallire, di deludere, di non essere all’altezza. Ma se la mente fosse completamente libera, pensate anche solo per un attimo dove potrebbe arrivare, e dove potrebbe accompagnare il nostro corpo.

Si parte dalle gare più corte, i cosiddetti sprint, poi piano piano non ci bastano più, e con curiosità ci iscriviamo al primo olimpico, fino ad arrivare al mezzo ironman. Mezzo? No. O tutto, o niente. Ed alcuni, i più impavidi, decidono di affrontare la prova più sensazionale che un triathleta potrebbe sognare: L’ironman. Si, quello intero, quella distanza impronunciabile. Scelgono di non ascoltare le troppe voci che li circondano, diventano per un po’ sordi, e accettano di ascoltare solo una voce; quella della propria anima. Che a volte decide di fare un casino pazzesco. Allora ci si tuffa nell’acqua e ci si lascia abbracciare, coccolare, sperando che il suo dolce e calmo suono metta a tacere l’anima chiacchierona. Oppure mettono le scarpe da bici e tengono i piedi sollevati da terra per qualche ora, come volassero, cercando di essere un po’ parte del cielo, che è costretto ad assorbirsi il nostro caotico via vai, per poi tornare con i piedi per terra, ritrovando pian piano il contatto con la realtà, ascoltando la propria voce, i propri passi, e per i più fortunati il bisbiglio della natura. Eh si, la mente. Che può tutto. Ok, si infilano le scarpe da corsa, passo leggero per iniziare, ok, accelera, si ascolta il respiro, il cuore che batte perché è vivo, perché vuole essere vivo, perché la passione è cosi forte che fa sentire la stanchezza come una voce sorda.

E nel silenzio di domenica all’alba del  5 giugno  Sabrina Peretto, Michele Marini e Stefano Nardotto hanno vissuto questa unica esperienza. Non nel senso letterale del termine perché questo fantastico trio ha già goduto la sensazione di passare sotto l’arrivo ed essere dichiarati ironman, perchè ogni gara è una nuova prova, sempre diversa, sempre la gara. E nella splendida Venezia hanno coronato di nuovo la loro impresa. Bravi ragazzi, you are an ironman!!!!!

Cambia la distanza, la passione resta la stessa.

Torniamo indietro per ora, maggio bello intenso per la super squadra del Padova triathlon. Il 7 maggio si è svolto un olimpico nella bellissima bolzanina Caldaro, dove escono in trasferta la nostra Eleonora Bado attorniata da un bel gruppo di maschi: Marco Bacelle, Michele Ferdin, Riccardo Medè, Fabio Giordano, Michele Vianello, Maurizio Scarparo. Tosto il lago che cosi freddo sveglia anche gli animi più assopiti, tostissima la bici che fa riscoprire muscoli che non si pensava di avere, finalmente si corre, andata ragazzi! Bravi tutti!

Cambia lago, cambiano gli atleti; il 15 maggio Michela Martinello, Camillo Busatti, Luca Dalla Libera, Simone Mercurio, Marco Bacelle, Lorenzo Rizzo, Gianluca Lazzari alias Roccia,  Ruggero Masin e Mirko Simoni si presentano alla partenza dello sprint a Manerba del Garda, bravi tutti! Mirko, non era giornata, alla prossima gara più grintoso che mai!

Acqua dolce , acqua di lago, acqua di piscina! Il 21 maggio ad Oderzo, sprint per  Federica Tosello, Mirko che schiaccia subito il chiodo e di nuovo Roccia. Fede in mezzo tra due super atleti!!!infatti dai il meglio e raggiungi il secondo gradino del podio! Mitica Tosello!

Aumentano le distanze ragazzi, e andiamo nello splendido lago d’Iseo a Lovere, Campionati Italiani assoluti e di categoria. Esordio nella media distanza per Michele Ferdin, grande atleta, conclude splendidamente gli 1.9,i 90 e i 21!!! Grandi numeri! E ad accompagnarlo dei veterani quali il capo Vason, Virna Stavla, Oscar  Targa, Sabrina Peretto, Roberto Sattin, Eleonora Bado. Anche qua  la squadra pd tri si fa riconoscere con due posti già prenotati sul podio, Primo di categoria per Virna, terzo per Sabrina; mitiche donne, uniche, avete tirato fuori tutto, forse di più! Grande gara per tutti, che concludono la gara meravigliosamente.

Ultima settimana di maggio , (peccato non avere gli emoticon, ci starebbe bene la faccina sorridente con la goccia che scende dalla fronte! )il 28 maggio parte la 100 km del Passatore; si, anche qua la squadra c’è! Anna Bizi parte, e la conclude in poco più di 13 ore…. Se non fosse stato per un calo di pressione al 44 mo km che la costringe a fare tappa per un po’ in infermeria. Ma non molla, riparte e va verso l’arrivo! Anna non ci sono parole, tanta testa, tante gambe.

Siamo al 29 di maggio e scopriamo con sorpresa che Davide Agnoletto si presenta alla spunta nell’ olimpico a Barberino del Mugello , dove il carinissimo lago di Bilancino rende la gara molto più dolce. Bravo Davide bravo!

Altro olimpico, altro lago, nuova sfortuna. A Lovadina Le Bandie (tv) alla spunta: Michela Martinello, la sottoscritta Elisa Comunian entrambe all’esordio nella distanza olimpica, accompagnate dai boys Ruggero  Masin, l’inarrestabile Guido Bassan, Michele Vianello. Acqua azzurro cielo che invita a tuffarsi, un cielo che…..dopo qualche km in bici scatena temporale e annessa tromba d’aria! La frazione in bici si è svolta in un contesto a dir poco surreale, e sul più bello decidono di sospendere la gara. Peccato! Dopo un po’ di arrabbiature varie gli animi si placano, chi mangia per il nervoso, chi non mangia per il nervoso, fatto sta che non si può discutere, si pensa alla prossima gara, consapevoli della grinta tirata fuori per superare certe paure, che si tratti di acqua dal cielo o acqua distesa.  Il fatto è che a volte ci troviamo ad affrontare situazioni pazzesche a testa alta, piogge, temporali,  venti forti e  mare mosso, e ci mette ansia e soggezione la calma piatta di un lago; secondo me è perché ci dimentichiamo che l’acqua è vita, e come ogni vita che si rispetti può spaventare, può essere dura, può togliere il fiato, ma prima o poi bisogna affrontarla, altrimenti si perde in già in partenza. E noi non siamo dei perdenti;  si cade, ci si ferma, ma la vita va avanti e come in ogni competizione ci si rialza, si riparte, pronti con i pugni chiusi, ma con un bel sorriso di sfida sulle labbra, perciò….pronti…..via!!!!!!!

Ciauuuuu alla prossima! Ely Comunian