Nizza14/9/2003 di Massimo D’antonio

In deroga all’usuale format che vuole che i ringraziamenti siano lautamente distribuiti alla fine, comincer�� questi. Un grazie di cuore a chi mi ha permesso di conseguire l;obiettivo di questa stagione agonistica e in particolare ai preparatori atletici (Paolo, Stefano e Andrea), a Fabio che mi ha saputo ;motivare; e consigliare, ai miei speciali compagni di allenamento per aver fatto in modo che l;ironia e lo scherno reciproco non mancassero mai, ma soprattutto un immenso grazie a mia moglie e alle mie bimbe nella speranza di poterle un giorno ripagare del tempo sottratto;e Voi sapete il tempo che abbiamo dedicato alla preparazione della gara di Nizza che, ricordiamolo, prevede 4 km a nuoto (160 vasche di piscina da 25 mt &;suona meglio), 120Km bici con pi o meno 2000 mt di dislivello e 30 Km di corsa. Una pazzia che per me, dilettante allo sbaraglio (appena due sprint e due olimpici all;attivo ), comincia in una fredda giornata di Dicembre sentendo parlare i veterani della squadra. Accettai subito la sfida un po; per ripicca a Fabio che mi disse di lasciar perdere vista la mia scarsa esperienza in termini di gare e un po; perchomunque pensavo di avere a disposizione 9 mesi, non per partorire, ma per trasformare la pozzanghera di carne e grasso in cui verteva il mio corpo e presentarmi allappuntamento del 14 settembre non dico in forma, ma almeno con una forma. Cosi trovo ad arrancare dietro ad Ugo, Luca, il Panza (Paolo), Fabio, Virna, Daniela, Mirko, zio Billy (Giovanni), ma non certamente a Carletto. Sempre con il ;collo tirato;, sempre dietro, sempre ultimo. Peggio ancora le vacanze; sempre in bici, di corsa e in piscina: non camminavo, traslavo. Ma la voglia di centrare l;obiettivo era predominante e spesso durante gli allenamenti ci si trovava a fantasticare sulla posizione da assumere sulla ;finish line; davanti ai fotografi. 12 Settembre. Tempo scaduto. Ci siamo, oggi si parte per Nizza, l;automobile arica, i consigli di Fabio da buon padre di famiglia li ho stampati in fronte;.ormai mi rivolgo ai miei familiari come se fosse lui a parlare;..bambine ra di andare a letto affrettatevi ad andare in zona cambio;.. Roberta stai tranquilla nella frazione aspirapolvere e poi cerca di dare il tutto per tutto nella frazione materasso!!!! 14 Settembre. Non ci posso credere!!!! Ore 04.30 sveglia. La sola idea di far colazione con una ciotola di riso mi fa pensare alla canile di Rubano, ma tant; amp;;Grazie alle lezioni di Yoga, alle ore di training autogeno, alle tecniche di rilassamento, contro ogni mia previsione, stanotte ho dormito. Ma tutto ci��n ervito a placare la sequela di improperi esternati allapertura della porta che da sul cortile interno del residence: ;giusto cielo, per dindirindina;, mi son detto, piove;. Mentre ci dirigiamo in zona cambio, tra un intercalare e l;altro, ripenso alla mia estate passata ad allenarmi nella pi totale assenza di precipitazioni, mentre oggi, ma per fortuna alle 7:00 torna il sereno. Ƞil segnale che tutti attendavamo;….uno sparo;;via….tutti in acqua;mi fermo un istante a guardare la ;tonnara; di atleti; che meraviglia. Ora per��cca a me. La giornata sarunga: andiamo. In acqua a confusione pi totale, gente che va a destra, chi a sinistra.

Non nuoto, strambo alla stregua di ;Luna Rossa;, non riesco a nuotare secondo una linea retta: chissuanti metri in pi far��opo un po; addirittura qualcuno che nuota in senso contrario, ma eguito, anzi preceduto da una barcatoh, penso, un;altra gara che si svolge in senso inverso. NOOO. Deve essere il primo, che ha giatto il giro di boa e procede spedito verso la zona cambio; Adesso ho capito perchi hanno dato il pettorale 1548: ordine d;arrivo. Vabb ranquillo, non ci corre dietro nessuno, oggi il mio obiettivo rrivare fino in fondo, l;ho giurato: in ginocchio, strisciando, ma debbo arrivare. Dopo 1h22; esco fuori dal mare e mi appresto ad inforcare la bici. Calma, non debbo stancarmi troppo, ma non posso nemmeno andare piano, Carletto potrebbe prendermi;Con immensa gioia rivedo Fabio che nei pressi della prima vetta mi raggiunge, mi saluta e se ne va;son contento perchredevo fosse givanti. E finalmente arrivo a Col de Vance (1000mt). Le gambe ricordano il marmo di Carrara;prefiguro anche una delegazione del Padova Triathlon in pellegrinaggio nella vicina Lourdes dove prima o poi mi stabilir��r rendere omaggio al mio martirio. Il dislivello uro, ma non impossibile e il mio motore che finora si omportato come un diesel (basso regime, ma costante ed affidabile) oggi assomiglia pi ad una Ape Piaggio. Ad un certo punto comincio ad avere anche le visioni. Scambio le esortazioni di alcuni spettatori (;dopo la curva c; na discesa pericolosa;) per una promessa confortante anzichna minaccia. Finalmente sono a Nizza. 4h54; da non credere, tre mesi prima avevo impiegato un;ora in pil;adrenalina aumenta. Metto gi la bici, mi cambio e via per l;ultima frazione, la pi odiata: 30 Km di corsa. Durante gli allenamenti avevo deciso di correre a 5;30;;/5;45;; al Km. Utopia. E chi ce la fa? Decido, anzi subisco: come va va. Stacco la spina del cervello e cerco di andare avanti per inerzia. Scelta azzeccata. Inizio a fantasticare invece che piagnucolarmi addosso. La mia testa come un hard-disk che registra tutto ci��e gli occhi riescono a captare: il volto delle persone che nemmeno conosco e che mi incitano come se fossi un loro idolo, gli applausi scroscianti lungo ogni centimetro del percorso, i bambini ai margini della strada che ti salutano, le mani che sporgono dalle transenne per un ;cinque ;.. Ho deciso che ;salver tutte queste immagini e le riporr��sieme alle cose meravigliose che mi sono toccate in questa vita: i miei genitori, la laurea, mia moglie Roberta ed il nostro matrimonio, la nascita di Alissa e Rossella. Ogni qualvolta vorr��vederle mi sarufficiente socchiudere gli occhi. Ma sono appena al 15 km; ok mi dico, manca ancora un giro. Il vento orte e faccio addirittura fatica a respirare. Lungo il tracciato rivedo tutti gli altri, anche loro sul finito andante;, ma nessuno si sogna di negare all;altro un sorriso, un incitamento, un ;cinque;. Che emozioni, la lacrima empre l ronta a sgorgare copiosa, ma poi ti ritrovi da solo e cerchi di farti forza. Mi autoincito pensando a Dustin Hoffman nel film ;il maratoneta. Il fiato ci sarebbe, ma gli arti inferiori non rispondono. Ho pi acido lattico che sangue. Niente da fare, pi di coson vado. Ma ncredibile l;effetto galvanizzante del cartello 29 Km che riattizza il mio narcisismo per un ultimo sprint. Nella mia testa parte la musica di Rocky, mi sento come Stallone mentre sale gli ultimi gradini al termine dell;allenamento. Temo addirittura di avere la sua espressione; spero almeno di non mettermi a gridare ;Adrianaaa, ma soprattutto spero che tutti i fotoreporter accreditati siano impegnati in altre cose mentre io sono qui che schiumo. ;apoteosi in prossimitell;arrivo quando sento e poi vedo i miei amici e compagni di squadra appollaiati su una gradinata a 30 mt dalla ;finish line; che mi incitano. Tento di saltare la transenna per abbracciarli e baciarli uno ad uno, le loro mogli soprattutto. Ugo riesce a ricondurmi alla ragione urlandomi ;non farlo, questi ti squalificano;. E; finita;ce l;ho fatta in 10h03. Speravo di terminare la gara con Carletto e di varcare il traguardo assieme, purtroppo si ttardato. Rimaniamo TUTTI in attesa di vederlo arrivare;;eccolo; e via con gli incitamenti, e soprattutto gli sfott��e non ci siamo mai risparmiati. TUTTI BRAVI , tutti a casa con maglietta e medaglia di ;finisher, ma soprattutto con un bagaglio pieno di affetto, stima ed ammirazione per tutti i componenti della spedizione transalpina. A casa, sdraiato sul divano con telecomando sulla mano sinistra, gelato sulla destra, bicchiere di birra sulla mensola, cassetta porno nel videoregistratore, rileggo i tempi e mi rendo conto delle eccellenti performance di Virna, Luca, Giovanni, Mirko ecc. ecc.;. Ancora bravi.