Racconti di IronMan – da Roth Davide Merlin

Racconti di IronMan – da Roth Davide Merlin

28 giugno, ore 9.30 inizia il viaggio. Partenza da Crema Sport direzione Roth. Beh, fare il compleanno in macchina non è il massimo ma sicuramente un’esperienza diversa dal solito. Ci aspettano 7 ore di viaggio ma la compagnia è buona e l’emozione già si fa sentire. Eleonora, Roccia ed io pronti per questo Ironman Roth tanto sentito raccontare dai nostri compagni di squadra e tanto preparato nei mesi scorsi. Siamo in compagnia di Emanuela e Vanessa, rispettivamente moglie e figlia di Roccia che ancora non sanno in che avventura si sono imbarcate.

Il viaggio procede liscio ma il meteo non è dei migliori. Appena arrivati in Germania tira giù una pioggia mai vista, tutti ai 50 km/h e via a passo di asino. Le 7 ore previste diventano più di 9 e alle 18.00 circa arriviamo a Greding, paese a 30 km da Roth, punto all’estremo sud del percorso di bici, dove abbiamo prenotato l’hotel. Posti dove dormire non ce ne sono tanti, potendo scegliere avremmo preferito stare più vicini ma tant’è, in macchina alla fine sono 30 minuti fino a Roth.

Il paese è tranquillo e il posto tipico tedesco. A cena prova te a mangiare qualcosa di diverso da carne di maiale, patate e birra. Non che ci sia da lamentarsi, ma occorre arrivare allenati anche di stomaco.

Il venerdì è dedicato al classico giro al luna park dell’Ironman, ovvero Expo. Negozi con merce a prezzi folli, gadget più o meno elettronici totalmente inutili ma che ti fanno brillare gli occhi come ai bambini a Natale. Ritiro del pacco gara, braccialetto indossato e ormai siamo marchiati come le vacche. La mattina dedicata ad una corsetta di gruppo lungo l’argine del canale della frazione di nuoto. Pomeriggio Roccia ed io lo utilizziamo per un’ultima sgambata in bici da 40 km lungo un tratto del percorso.

Sabato mattina prova nuoto in canale con Eleonora, pomeriggio a spasso, sera carbo load e via a nanna.

Domenica mattina sveglia ore 3.45, l’ora dei leoni. Colazione abbondante ma non troppo, tanto non serve a niente ingozzarsi. Ultimi controlli alle sacche e via in macchina. Il campo gara è un botto al cuore. 3.000 persone che girano come formiche tra le bici. Partenza dei pro alle 6.30, poi la prima a partire è Eleonora dopo una mezz’ora mentre io parto alle 7.45, 10 minuti prima di Roccia. L’acqua ha una buona temperatura e inizio a menare le braccia. Tenere la traiettoria non è difficile, il canale non è troppo largo ed è dritto. Unico inconveniente le altre 2.000 persone che sono partite prima di me e con le quali tocca fare i conti. A volte le dai, a volte le prendi e infatti un calcio sul naso ai 1.000 metri me lo cucco. Appena entrato in acqua mi viene uno scazzo bello pesante, mi ritornano in mente tutte le sensazioni di devastazione di -+Lanzarote e un paio di volte ho anche pensato che finito il nuoto mi fermo e mi godo la giornata. Ed ero serio. Poi il pensiero passa e ricominci a concentrarti su te stesso. Giro di boa e ritorno di nuoto un pò più tranquillo ma controcorrente. Però gente ovunque, sui ponti, sugli argini… bella carica… esco in 1h02’ senza infamia e senza lode. T1 rapidissima, prendo la bici e monto in sella. L’inizio dopo un pò di curve è lineare e in leggera salita. 2 giri da 90km. Dopo i primi 10 minuti stabilizzo gambe e battito e mi metto a testa bassa a 150 bpm regolari. Percorso veloce (il Garmin alla fine mi segna 1.400 mt dsl) ma con un pò di vento che disturba l’equilibrio (niente a che vedere con Lanzarote però!). Le gambe stanno bene, ne passo tanti e questo mi da coraggio. Iniziato il secondo giro vedo anche Eleonora, aumento la pedalata per far vedere che vado forte, la saluto e la passo. Poi dopo la curva rallento. Eh eh eh… Al 150 km eccolo che arriva il momento down. Cardio che più lo guardo più i battiti calano. 150…145…140… chiudo comunque la bici con 5h05’ ma il cardio è a 120 battiti! In T2 decido allora di prendermi un pò di tempo per recuperare le energie; la pressione probabilmente è ai minimi. Scopro che l’anguria intrisa nel sale è un toccasana, ne mangio 2 fette e parto a correre. Inizio con una media di 4’45”/km e vedo che riesco a tenerla. Un pò preoccupato per il cardio perchè i battiti sono sempre bassi e per quanto mi sforzi non riesco ad andare oltre i 135bpm! Avanti fino al 21° chilometro a ritmo costante, la mezza la faccio in 1h40’. Decido allora di non forzare la mano, ad ogni ristoro mi sparo anguria e sale e rallento a 5’15”/km. Ultimi 15 km massacranti, non c’era un tratto piano manco a pagarlo. O si sale o si scende. Il tratto finale del percorso però è bello nutrito di tifosi che ti danno una bella carica; mica ti vorrai fermare davanti a tutti. Entrati a Roth non ti accorgi più dei sanpietrini e del terreno sconnesso, vai avanti a tutta come sul tartan. Vedo l’arena, già mi immagino l’arrivo… gente, majorettes, casino, musica… beh, niente di tutto questo… 4 gatti sugli spalti, majorettes manco l’ombra e speaker che probabilmente doveva ancora arrivare. L’arrivo in effetti è stato abbastanza sotto tono. Ma va bene così, maratona sotto le 3h30’ e totale di 9h44’.

All’arrivo mi trascino all’area atleti per un ristoro. Da bere solo birra, ne faccio 2 sorsi ma sento che ho pressione bassa e allora aspetto un pò prima di gozzovigliare. Riposino di 30 minuti e poi è l’ora festeggiare. Nel frattempo arriva anche Eleonora e poi Roccia che non sembra avere problemi di pressione e passa direttamente alla birra.

Un’altra medaglia e un’altra maglietta da finisher che per quella sera diventano indumenti inseparabili.